Covid-19. Abruzzo e Mezzogiorno
Ho pubblicato i grafici della “prima ondata” solo su Facebook (a partire dal 14 marzo), per seguire in particolare la situazione del sud. Dall’11 ottobre, ho iniziato a pubblicarli qui. Vedi anche la sintesi settimanale
Oggi 11.629 nuovi casi a livello nazionale, con una variazione percentuale rispetto a ieri del +0,47%. Il trend settimanale è a +0,5%.

Le variazioni provinciali e regionali

Le mappe rappresentano le variazioni regionali e provinciali. Le scale sono tarate sul valore nazionale di trend (0,05, pari a 0,5%), indicato dal colore bianco. In rosa regioni e province con valori al di sopra (il valore massimo è la più alta variazione provinciale, registrata oggi a Vibo Valentia e pari a +3,93%, in verde quelle con valori al di sotto.
Tamponi e casi testati

Questo grafico mette a confronto i tamponi effettuati nelle regioni con più di 25mila casi, in rapporto al numero di contagi totale.
All’aumentare dei casi, se il tracciamento funziona, il numero di tamponi dovrebbe aumentare in maniera più che proporzionale. Per ogni nuovo caso, infatti, dovrebbero essere disposti i test dei contatti stretti. Quanto più è inclinata verso l’alto la curva, dunque, tanto più efficiente è il tracciamento.
D’altra parte, quanto più numerosi sono i casi tracciati, tanto più affidabile (diciamo verosimile) è il numero di casi positivi registrati. I 30mila casi della Liguria sono stati accertati in base ad un numero molto più basso di tamponi diagnostici, rispetto a quelli della Campania, o del Veneto.
Si osserva il cambiamento di marcia determinato dall’inserimento dei tamponi rapidi nel totale dei tamponi effettuati. Tale cambiamento, però, non riguarda tutte le regioni.
Nel grafico sotto, vengono messe a confronto le regioni del Mezzogiorno con il Lazio.

Per chiarimenti sul grafico, leggi il post di marzo.
La tabella che segue mostra i tamponi e i casi testati effettuati finora nelle varie regioni, in percentuale sulla popolazione residente.
I casi testati sono i soli tamponi diagnostici, esclusi cioè quelli di controllo (come i tamponi per accertare la guarigione del paziente). Il Veneto effettua ad esempio molti più tamponi del Lazio, ma meno tamponi diagnostici, come si vede nel grafico.
La situazione nel Mezzogiorno
Il Lazio è stato scelto come termine di confronto delle regioni del Mezzogiorno in quanto benchmark di pratica “virtuosa” nel centro sud, ed anche in considerazione del fatto che, dall’inizio della pandemia, questa regione ha sempre avuto un numero di casi grosso modo comparabile a quello delle regioni del Mezzogiorno. La popolazione del Lazio (circa 6 milioni) è però comparabile solo con quella di Campania e Sicilia, e certamente non con quella delle altre. Le regioni meno popolose hanno infatti meno risorse di quelle più grandi.
In questa seconda ondata, i casi della Campania hanno superato quelli del Lazio.


Tamponi e screening
Il grafico che segue mostra l’andamento del rapporto casi positivi sui tamponi. Quando questo rapporto aumenta, è probabile che il tracciamento sia in difficoltà. Nel corso del mese di ottobre questo valore è aumentato ovunque, specialmente in Campania e in Abruzzo, per poi fermarsi e iniziare a scendere nel mese di novembre.

Ospedalizzazioni
In questa seconda ondata vengono registrati molti più casi positivi che nella prima, e vengono ospedalizzate meno persone. Numerosi sono infatti gli asintomatici, e sempre più frequente il ricorso delle terapie domiciliari (tanto più efficaci quanto più tempestive).
E’ dunque molto importante seguire l’andamento delle ospedalizzazioni e delle terapie intensive, per valutare lo stress del sistema sanitario, che, per i cittadini, significa riduzione dell’accessibilità e della qualità delle cure (non solo per il Covid19).

Abruzzo

In Abruzzo, si stabilizza la velocità dei contagi in tutte le province, oramai nei pressi o al di sotto della media nazionale.


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