🌿 In crescita

Ero stanca del blog.

Non si integrava più nella mia vita, in un mondo digitale diventato troppo veloce e chiassoso.

Continuavo a “coltivare” la wiki1. Ogni tanto una pagina nuova, molte correzioni qui e là, gli aggiornamenti in occasione dei laboratori, tante pagine trascurate.

Qualche tempo fa, qualcuno mi ha detto «È il tuo giardino digitale, in un certo senso».

Non l’avevo mai vista così, ma in effetti una wiki è un classico giardino digitale. È ipertestuale: sono pagine che crescono e si intrecciano un po’ spontaneamente. Ogni tanto, metti mano alle aiole e ai sentieri, ma di base è cura del contenuto, non è un “dire”. Non sono contenuti che condividi sui social, o che suscitino commenti e discussioni. Sono contenuti che altri trovano, leggono, e che magari usano per i loro progetti. A volte, qualcuno ti scrive per ringraziarti, o per chiederti un chiarimento.

Fra l’altro, il blog si è chiamato Sociospunti dall’inizio, proprio perché voleva essere un luogo in cui raccogliere spunti di riflessione.

La forma del blog non invita però a riprendere un post, aggiornarlo silenziosamente, e farlo crescere nel tempo. Tendi a pensare che le versioni aggiornate debbano essere “nuovi” post, e che le vecchie debbano essere archiviate. Fa brutto, vedere un post del 2018 con un aggiornamento del 2025.

E così, nel tempo, diventa faticoso tenere aggiornati i link per ricostruire il filo di un ragionamento. Il blog diventa un compito gravoso, che non svolge più una funzione viva, e non si ha più voglia di farlo.

Ipertesto o blog?

i tags vanno e vengono, i pensieri anche

Il concetto di digital garden è nato per sfruttare il potenziale dell’ipertesto come spazio di esplorazione e di collegamento tra contenuti, che possono da una parte crescere liberamente, e dall’altra essere esplorati.

Nei giardini digitali i contenuti non vengono “prodotti”, ma coltivati. Crescono, si trasformano, si intrecciano. E, a volte, si potano. Come una wiki, ma (ancora) più disordinata, e naturalmente personale.

In un digital garden non c’è un “prodotto finito”. Navigare è una random walk: segue connessioni, le prevede, e a volte le crea.

Io non sono così brava nella progettazione di ipertesti, ma mi è piaciuta l’idea di un luogo libero per me, e da esplorare per chi lo visita.

I contenuti del vecchio blog, ad esempio, torneranno un po’ alla volta, seguendo il filo dei miei interessi attuali. Non devo “traslocare tutto”. Non voglio replicare il vecchio blog, ma rinvasare i contenuti in un nuovo spazio.

Saranno in compagnia di idee, bozze, pagine in costruzione e pagine in naturale evoluzione, collegate da percorsi che si intrecceranno fra di loro chissà come.

Troverai gli articoli ordinati in base alla data di aggiornamento (🌿), e non di pubblicazione (🌱). La data di aggiornamento è manuale, non definita dal sistema.

La navigazione non è lineare. Non troverai i link all’articolo precedente e a quello successivo, ma collegamenti in entrata e in uscita scelti da me, in base ai miei percorsi di lettura e scrittura del momento 🔗. Sono in fondo agli articoli, insieme ai backlink (i link di ritorno). Sono come i related contents, solo che non sono suggeriti da un algoritmo. Ovviamente, anche i percorsi che mi interessa seguire ed indicare sono destinati a cambiare.

Da ogni pagina, si potranno prendere tante strade: le voci del menu, i link interni ai testi, i tags, le categorie, e i percorsi di lettura che ho scelto di indicare. Bisognerà però fermarsi a scegliere dove andare. Si sono già venuti a creare vicoli secondari, “strade senza uscita”, segnaposti (⌛) per collegamenti che non sono ancora stati creati, o verso pagine che ancora non esistono.

So che questa piccola variazione nel design può già creare un certo spaesamento. Lo so perché mi “perdo” io per prima, e perché i contenuti portati indietro dai backlink sono a volte inaspettati e un po’ incomprensibili: se so dove voglio andare mentre sto scrivendo un articolo, ho dimenticato dove volevo andare settimane o mesi fa. Ma magari anche ieri.

Non è un esercizio di stile: per creare percorsi lineari e tassonomie ordinate, dovrei pensare, studiare e prendere appunti lungo percorsi lineari e per tassonomie ordinate. Ma non è questo il modo in cui penso e studio.

I tags non devono restare “appiccicati” ai pensieri, e viceversa. Le tassonomie possono essere un modo per raccontarli ed esplorarli, per connetterli, per dialogare, ma va restituita poi ai pensieri la libertà del “non sempre così” (Shunryu Suzuki; vedi “Giardini” ).

Un luogo per coltivare idee

minimalist (by Chance)

Se la wiki è diventata un giardino pubblico (vedi il post (pagina in arrivo) ), questo spazio è un angolo più privato, dove leggo, scrivo, penso, e ogni tanto faccio due chiacchiere con chi viene a farmi visita.

Niente cookie e niente tracciamento (vedi la privacy policy ), quindi. A questo proposito, non solo Gemini si è detto d’accordo (è sempre d’accordo), ma ha generato questa metafora:

sarebbe come installare tornelli all’ingresso, chiedere a ogni visitatore di firmare un registro dettagliato, e poi farli seguire da droni che registrano ogni loro movimento per “ottimizzare i flussi”.

Non sembra, ma è una scelta radicale. Il sistema più sostenibile (per me) è stato il minimalismo di un sito in puro testo, nei limiti del possibile (vedi “Addio a WordPress” (pagina in arrivo) ). I sistemi di gestione dei contenuti (CMS) sono diventati sempre più complessi e richiedono sempre più manutenzione. Il risultato? Blog tutti uguali, e con le stesse rigidità.

Poca grafica, perché non sono capace. Poche immagini, perché anche quelle richiedono cura e manutenzione, e non sono il mio forte.

Qualche tweak al tema, per renderlo più personale e più “garden”, ma senza che diventasse troppo impegnativo.

Oltre alle icone del tema, ospitate dal sito, uso le emoticon. Elementi visivi leggeri, testuali, accessibili, che possono evolvere facilmente insieme ai contenuti e alle mie idee.

Volevo essere “indipendente”? Non particolarmente. Volevo solo essere libera di scrivere, senza dovermi preoccupare di come il sito si sarebbe evoluto, o di come avrei dovuto gestirlo.

Letture

Puoi approfondire la filosofia del digital gardening, con i link che sto raccogliendo, qui (almeno per il momento:

O puoi tornare più tardi.

Oppure possiamo chiacchierare

Agnese Vardanega


  1. La wiki è un progetto che ho iniziato nel 2011, e che ha avuto una vita propria, con migliaia di visite al mese. È un luogo in cui raccolgo risorse sull’uso di R nella ricerca sociale. ↩︎